venerdì 19 giugno 2009

Poincaré..Perelman - riflessione n°1

Noi viviamo nell'epoca matematicamente più produttiva che la storia umana abbia mai vissuto.
Ed è una grande soddisfazione sapere che i grandi risultati di Thurston, Hamilton e Perelman alimenteranno la ricerca di una nuova era.
La matematica è il lavoro di singoli individui.
I suoi concetti e i suoi teoremi però non appartengono a singole persone o a singoli gruppi etnici, religiosi o politici.
Essi appartengono a tutti noi.
Il sapere matematico si basa su ciò che è stato costruito da coloro che ci hanno preceduti.
E' un sapere conquistato a fatica, e noi spesso non lo apprezziamo come dovremmo.
Chiunque abbia fatto almeno le elementari è in grado di risolvere problemi aritmetici ed algebrici di fronte ai quali i più istruiti scribi babilonesi sarebbero rimasti bloccati.
Chiunque abbia seguito qualche corso di calcolo infinitesimale e di algebra lineare può risolvere questioni che Pitagora, Archimede o anche Newton non avrebbero saputo come affrontare.
Uno studente specializzando di oggi è in grado di gestire calcoli topologici che Riemann e Poincaré non avrebbero potuto nemmeno iniziare.
Ciò non significa che noi siamo più intelligenti di loro. Significa piuttosto che godiamo del frutto del loro lavoro.
La matematica ci ricorda quanto dipendiamo l'uno dall'altro, sia dalle intuizioni e dall'immaginazione di coloro che ci hanno preceduti, sia da coloro che formano le istituzioni sociali e culturali, le scuole e le università, che forniscono ai giovani un'istruzione che li mette in grado di comprendere pienamente le idee del loro tempo.
E' compito di noi tutti assicurarci che la società che lasceremo ai posteri sia una comunità che sa amministrare il nostro condiviso patrimonio scientifico.
La matematica è una delle attività caratteristiche dell'uomo, un'attività che ci rende più pienamente umani e che, nel far questo, ci porta a trascendere noi stessi.
(Donald O' Shea 'La congettura di Poincaré', p. 277)

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