venerdì 14 maggio 2010

Perelman..Poincarè - Riflessione n°2

Ogni volta che comunichiamo con un'altra persona, noi ci basiamo su anni di esperienza condivisa.
Sappiamo che un bicchiere non cadrà passando attraverso un tavolo, che gli edifici hanno un interno accessibile attraverso le porte, che un uomo può essere destro o mancino. Noi sappiamo che cosa significa essere innamorati o provare dolore e non abbiamo bisogno di definizioni precise quando parliamo di queste cose.
Gli oggetti della matematica, invece, giacciono al di fuori del campo della nostra comune esperienza. Se non li definiamo con attenzione, non possiamo operare con essi in modo significativo, o parlarne con altre persone.
Gli artisti e gli umanisti abbracciano la complessità e l'ambiguità.
I matematici al contrario, lavorano definendo ossessivamente i termini e ripulendoli dai significati estranei.
L'insistenza quasi nevrotica sul fatto che ogni cosa deve essere rigorosamente definita e dimostrata CI PERMETTE, in ultima analisi, DI IMMAGINARE L'INIMMAGINABILE E DI PARLARNE.

L'ASSOLUTA PRECISIONE CI PERMETTE DI ACQUISIRE LA LIBERTà DI SOGNARE IN MODO SIGNIFICATIVO.

(Donald O'Shea - La congettura di Poincarè)

1 commento:

  1. mmm...davvero molto interessante...
    un pò come qualcuno riferiva alla filosofia in tempi non sospetti...
    moooolto interessante questo legame matematico/filosofico...

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