domenica 10 novembre 2013

06. Mi riconosci?

Passarono un inverno e un'estate che stava per diventare un altro inverno. Il comandante era vagabondo e anche io finalmente vagabondavo fuori dagli schemi familiari noti, alla scoperta della vita. Durante l'inverno, la vita barese da fuorisede, le amicizie, i teoremi. All'arrivo dell'estate, la casa al mare che, per la prima volta, mia madre aveva condiviso con mio nonno a Cozze.
Con i pattini in linea che mia madre e mio nonno mi avevano regalato per il mio compleanno andavo in giro con M. in tutto il paese. Una delle mete era il parcheggio del Liceo Classico che permetteva a me di fare qualche piccolo saltino e a lui di provarsi con altre evoluzioni. Chi va sui pattini o sullo skateboard sa che ogni scalino, ogni rampa, ogni elemento architettonico, persino un corrimano, possono diventare 'oggetto di studio'.
In un pomeriggio assolato, accucciato nell'aiuola minuscola accanto al portone del Morea chiuso per le vacanze, c'era un cane dal muso lungo. Era nascosto fra gli arbusti, sotto la parete del Seminario: era per conto suo e in un primo momento ognuno continuò a fare i fatti propri, lui a sonnecchiare e noi a pattinare. Ma nel frattempo si parlava e... il cane si alzò e venne dritto, convinto, nella mia direzione, ma zoppicando. In un secondo M. andò nella direzione del cane e fece un gesto come per allontanarlo con un pattino ma..
'Feeeermati!' urlai. 'Oddio, è Cheguevara!!!'. Ed ero in un lago di lacrime. Non pensai che era sporchissimo, ci abbracciammo. Che meraviglia, dopo tutti quei mesi in cui non sapevo che fine avesse fatto. E lui, a modo suo, si era riavvicinato a casa, non sapendo però precisamente dove fosse. Più in là ci avrebbe dimostrato di saper fare questo e altro.
'Cheghi, andiamo!!', non ci pensai due volte. Ma mi seguì per poco e poi tornò ad accucciarsi nell'aiuola. Come se fosse combattuto tra la sua dimensione di libertà e l'attaccamento a me.. e per ora aveva scelto la libertà. Nei giorni successivi gli portai cose da mangiare e lo ritrovai lì; oppure si spostava sul Largo della Corte e lo incontravo che camminava, per fortuna sempre meno zoppicante, o ancora lo vidi seduto su uno di quegli enormi vasi bianchi, bassi e larghi, che ornavano la torre cilindrica del castello, con il suo naso che puntava a Ovest il sole del tramonto.

Nessun commento:

Posta un commento